Dinosauri a scuola

La maestra ci ha dato le indicazioni su come costruire un dinosauro, con das, fil di ferro, un po' di pazienza e tanta fantasia...ecco i nostri risultati!


MATILDA
Una sera a cena è arrivato mio nonno e prima di mangiare mi ha aiutato con il fil di ferro. Dopo cena abbiamo sesso il das. Dopo l’ho lasciato 2 giorni ad asciugare sul termosifone e poi l’ho colorato.

LETIZIA
La parte difficile è stata la pancia: ho tagliato la bottiglia, poi l’ho riempita con la carta di giornale e l’ho messa dentro il fil di ferro, il fil di ferro lo ha modellato mio padre. Poi ho fatto il collo e la coda. Il giorno dopo l’ho ricoperto di das…l’ho fatto per due giorni. Poi l’ho dipinto, ma per sbaglio mamma gli ha pestato la coda e si è rotta, ma poi con l’attak l’abbiamo attaccata.


GABRIELE
Ho fatto 2 dinosauri perché mi era avanzato un sacco di das. Uno è sdraiato per terra perché avevo finito il fil di ferro, ho provato con gli stuzzicadenti ma si rompevano di continuo. La parte più difficile del primo sono invece state le gambe perché si muovevano di continuo, infatti una gamba è ancora girata.




DANIELE
Il mio dinosauro è un velociraptor, un dinosauro veloce, per me è molto bello. Io ho realizzato anche l’artiglio del piede alzato, perché di solito ce l’ha così quando corre. La testa è in parte appiattita per mettere gli occhi ai lati e anche le zampine anteriori le ho fatte con cura.




AURORA N
L’ho fatto con mamma, è stato difficile fare la pancia. Il dash era viscido, si attaccava nelle mani, ho usato i guanti.



LORENZO
Il mio è bellissimo, mi sono ispirato dal mio dinosauro preferito, che ovviamente è il TRex. Due le parti difficili da fare: la pancia e la coda. La pancia perché era grande e la coda perché era lunga.

CHLOE

ALESSIO
È il tirannosauro Rex. Veramente io volevo fare lo spinosauro, ma mio padre ha detto che era meglio se prendevo un mio giocattolo e poi lo copiavo.
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ALESSIA

Io ho fatto il tirannosauro, prima di tutto ho preso il fil di ferro e ho fatto il corpo, prima la testa, poi il corpo e la coda e mi ha aiutato mio padre…cioè in verità l’ha fatto tutto mio padre. Anche l’idea dei denti con gli stuzzicadenti l’ha avuta mio padre perché così i denti erano appuntiti.
DANIELA
Sono state difficili fa fare le 3 cornine, erano delicate. Ho scelto questo dinosauro perché papà mi ha fatto il fil di ferro di quella statura, così ho usato 2 pacchi di das.



AURORA C
Ho iniziato il lavora dalla tavoletta di legno e poi con il fil di ferro due o tre volte mi sono tagliata. È il dinosauro preferito da me e da mio padre…mia madre preferisce il brontosauro.

LUDOVICA
Difficile piegare il fil di ferro, mi ha aiutato papà, è il dinosauro della mia ricerca.

GIULIO
È stato difficile modellarlo più ciccione e fare le gambe, o erano grandi o erano piccole.

MARA
È un triceratopo, è stato difficile modellare il fil di ferro, poi ho messo il das e poi ho aspettato un giorno e l’ho pitturato e il giorno dopo l’ho portato a scuola.

SOFIA
È stato difficile crearlo con il fil di ferro, ma mi ha aiutato mamma, poi ho messo il dash e l’ho pitturato.




DIEGO

GIORGIA
È stato difficile modellare il fil di ferro, mi ha aiutato mamma.

ANDREA
Io ho fatto il TRex…l’ha fatto praticamente mia mamma col fil di ferro e il das. Poi mamma l’ha verniciato e gli ha messo lo smalto. E io ho giocato mentre mamma faceva il dinosauro.


MATTIA
È un velociraptor, ma il collo mi è venuto troppo lungo, quando mio zio mi stava modellando il fil di ferro per sbaglio ha tagliato la coda, ma poi l’abbiamo riattaccata e io ho usato il nastro adesivo per fare attaccare bene il das.

IVAN
Io ho fatto un TRex e la mia difficoltà sono state le zampe anteriori che si staccavano sempre e poi ci ho messo un po’ più di das e ce l’ho fatta.

FEDERICA
L’ho fatto con mamma, è stato difficile fare la faccia e la bocca.

MARIA CHIARA
L’ho realizzato con il das, ma non teneva tanto, allora ho messo anche la colla. Ho scelto questo dinosauro perché era il più semplice per me.



BALLI DAL MONDO

Abbiamo iniziato un progetto di danze dal mondo con la nostra insegnante Maria Baffer. Per 10 giovedì percorreremo i vari paesi e continenti attraverso la danza. E' veramente divertente, realizziamo semplici coreografie ascoltando la musica.

 




Danzare a scuola è un progetto didattico finalizzato al conseguimento di obiettivi relazionali e cognitivi in un contesto divertente e socializzante. La danza è movimento e quindi attività motoria, ma la danza è ritmo e pertanto è una attività intimamente legata alla musica.




Jean petit qui dance

Mac mac mac


Il ballo degli strumenti


I topolini





Capitolo 2 - 3 milioni di anni fa


CAPITOLO 2 – 3 MILIONI DI ANNI FA
Edoardo afferrò il budino e si riempì la bocca con un enorme cucchiaiata di cioccolato. Che gioia mangiare del cibo delizioso, anche se non è molto nutriente il budino al cioccolato è sicuramente qualcosa che fa bene.
Ma ecco che un altro libro inizia ad agitarsi di fronte a lui, è il sussidiario, si spalanca proprio sulla pagina del paleolitico.
“Non esagerare, ragazzo. Se ingurgiti il budino così ti potrebbe venire il mal di pancia” Edoardo annuì, la bocca troppo piena di cioccolato per rispondere
Gli occhi di Edoardo ora fissavano la pagina, era come paralizzato, gli sembrava che le immagini dentro il libro avessero iniziato a muoversi. Il cuore iniziò a battere rapidamente, fermo, immobile ora stringeva il libro aperto…e vedeva correre a gran velocità un enorme mammuth nero! No, non era proprio un mammuth, era piuttosto l’ombra di un mammuth, il contorno della figura tracciato a carboncino. Chi aveva parlato?
Vicino al mammuth c’era un uomo…o una scimmia, la didascalia diceva L’australopiteco Lucy
“Ciao sono Lucy e ho circa 3 milioni di anni. Però come vedi mi sono conservata abbastanza bene e guarda che la nostra situazione nell’età della pietra era abbastanza brutta: eravamo perseguitati, cacciati, tanto che rischiavamo l’estinzione!” Lucy, sta parlando a Edoardo! Wow…!
 “Io poi ero una donna e già allora ero destinata a restare nella caverna, gli uomini non mi facevano andare a caccia con loro. Però sapevo battere le pietre”
“E a cosa serviva battere le pietre?” chiede Edoardo.
“Bhe, ad esempio a fare le lame per le punte delle lance” risponde Lucy.
Le pagine del libro iniziano a girare, ecco si fermano sull’Homo sapiens, ci sono anche dei bambini, un’immagine sembra proprio quella di una famiglia cavernicola.
Chissà come si chiama il bambino? Però sta guardando Edoardo, lo saluta e inizia a parlargli!
“Meno male che poi abbiamo scoperto il fuoco! E io con un bastoncello bruciacchiato ho scoperto che si poteva disegnare sulle lisce pareti delle caverne. Pensa che avevo anche imparato anche a temperare  la punta annerita con una scaglia di selce”.
Interviene il padre: “Stupendi capolavori di arte primitiva condannati a scomparire, che peccato!”
“Eh sì perché ai nostri tempi non c’erano i tubetti di tempera o i pennarelli per disegnare. Noi il colore abbiamo dovuto fabbricarcelo da soli” continua il bambino
“E come avete fatto?” chiede Edoardo.
La mamma cavernicola spiega: “Ti sarai accorto che molti elementi naturali, come la terra o l’erba, possono sporcarti i vestiti. Si forma una macchia verde se cadi sull’erba, marrone se cadi sulla terra umida”.
E il bambino: “Ecco, è successo anche a me mentre giocavo e così mi è venuta l’idea di realizzare delle tinture per poter disegnare. Guarda sono diventato bravissimo a disegnare tutti gli animali, avevo anche un pubblico vasto e qualche mio disegno è arrivato fino a voi, pensa che qualcosa credo sia conservata anche nel museo archeologico della tua città!”
Dalla cucina la mamma urla “Pasta al forno o pasta al pesto?”
Matteo dalla sua camera risponde: “Preferirei la pasta al pesto, ma senza l’aglio”
Questa domanda riporta Edoardo alla realtà. Il libro di storia si chiude, ma prima dice a Edoardo : “Tu sei abituato a vedere libri con pagine di carta o in formato digitale, ma gli aiuti per la scrittura nei millenni sono stati vari, a partire da pietre, assi di legno, tavolette fino ai rotoli di papiri e pergamene. Iniziare a scrivere è stato un segno del progresso, un passo avanti, un passo dell’evoluzione, sicuramente decisivo”
In quel momento Matteo entra in camera  e vede il fratello con lo sguardo fermo sul sussidiario.
“Sei preoccupato per il test di storia?” domanda.
“Ho visto le immagini del libro muoversi e anche parlare!” farfuglia Edoardo.
“Sono solo delle immagini, però se ti appassiona la storia antica potremmo chiedere alla mamma di portarci a visitare il museo di archeologia…anche se solitamente visitare un museo non è una cosa proprio divertente”. E mentre lo dice Matteo pensa che divertirsi in un museo sia una cosa proprio impossibile, ma la loro mamma è sempre stata appassionata di oggetti antichi e della storia che c’è dietro di loro.
“Ciao! Ci vedremo presto!” sussurra una vocina proveniente dal libro sul tavolo.
Edoardo corse verso la cucina urlando “Mamma! Mamma! Mamma! Dobbiamo andare subito a visitare il museo archeologico!
“Vuoi andare al museo archeologico, tesoro?” chiede la mamma, mentre prepara la cena.
“Sì, domani mattina, è domenica, potremmo andarci tutti insieme, mi sarebbe molto utile per prendere un bel voto nel test di storia”
“Tanto tu dici, dici, ma alla fine prendi sempre 10!” commenta Matteo “Però l’idea di una gita piace anche a me, posso invitare la mia compagna di classe Elena?”
“Fidanzata? Amica?...” chiede la mamma
Edoardo ormai non ascolta più nessuno, il cervello è scollegato dal corpo e si è già perso nel mondo stregato dell’età della pietra e dei libri parlanti.

GITA AL MUSLI

25 settembre 2019 in gita al Musli di Torino

Lezioni di bella scrittura
Al mattino in questo laboratorio abbiamo avuto una tipica “lezione di buona scrittura” dentro una suggestiva aula del primo ’900. Seduti su banchi d’epoca, tra pennini, calamai, inchiostro e carta assorbente, ci siamo trasformati in perfetti alunni del passato. Il tutto senza dimenticare le regole di postura, la manualità e il “rituale” previsto.



La scuola ai tempi di Cuore
Questa attività si è svolta nel pomeriggio svolge nell’Aula dei tempi di Cuore. Al suo interno abbiamo trovato banchi e calamai  come quelli dell’epoca in cui è ambientato il celebre romanzo di Edmondo De Amicis. La piccola aula ricostruita all’interno del MUSLI ha tutte queste caratteristiche, oltre i banchi di legno col buco per il calamaio, la stufa che veniva rifornita dagli alunni designati che portavano un ciocco di legno a testa da casa, e i poster illustrati sul sistema metrico decimale, sugli animali di tutto il mondo e sui mestieri, rigorosamente distinti tra “per maschi” e “per femmine”. Il problema è che abbiamo trovato anche il maestro Perboni! Sì, era un attore...ma noi non lo sapevamo! 
Buongiorno signor maestro! La lezione è iniziata...ma è stata molto diversa da quelle a cui siamo abituati

SIAMO IN TERZA!




 

Il nostro primo giorno in terza elementare! Il primo giorno ha sempre qualcosa di magico e memorabile, quest'anno ci ha accolto un amico, Peter lo spaventapasseri, abbiamo raccontato la sua storia e poi ognuno di noi ha realizzato il proprio spaventapasseri.




Storie di oggetti di scuola


Portare a scuola oggetti o documenti del passato che si usavano a scuola, anche sotto forma di immagini e fotografie: pagelle dei nonni o dei genitori, pennini e calamai, vecchi libri o quaderni.
Per ogni oggetto portato occorre scrivere un cartellino con le risposte a queste domande:
-        Di chi è l’oggetto?
-        Chi lo usava?
-        Particolare che lo caratterizza
-        Quando lo usava? Mettere data anche approssimativa di quando veniva usato o di quando è stato fatto.

Es. per un vecchio quaderno
Quaderno di terza elementare di Gino, nonno di Maria.

Le pagine sono gialle con il bordo rosso, è tutto scritto. È stato usato nel 1950.























E' la pagella di Giacomo nebbiolo, il mio bisnonno. E' di cara grigia e gialla e scritta in corsivo elegante