CAPITOLO
2 – 3 MILIONI DI ANNI FA
Edoardo afferrò il budino e si riempì la bocca con un
enorme cucchiaiata di cioccolato. Che gioia mangiare del cibo delizioso, anche
se non è molto nutriente il budino al cioccolato è sicuramente qualcosa che fa
bene.
Ma ecco che un altro libro inizia ad agitarsi di fronte a
lui, è il sussidiario, si spalanca proprio sulla pagina del paleolitico.
“Non esagerare, ragazzo. Se ingurgiti il budino così ti
potrebbe venire il mal di pancia” Edoardo annuì, la bocca troppo piena di
cioccolato per rispondere
Gli occhi di Edoardo ora fissavano la pagina, era come
paralizzato, gli sembrava che le immagini dentro il libro avessero iniziato a
muoversi. Il cuore iniziò a battere rapidamente, fermo, immobile ora stringeva
il libro aperto…e vedeva correre a gran velocità un enorme mammuth nero! No,
non era proprio un mammuth, era piuttosto l’ombra di un mammuth, il contorno
della figura tracciato a carboncino. Chi aveva parlato?
Vicino al mammuth c’era un uomo…o una scimmia, la
didascalia diceva L’australopiteco Lucy
“Ciao sono Lucy e ho circa 3 milioni di anni. Però come
vedi mi sono conservata abbastanza bene e guarda che la nostra situazione
nell’età della pietra era abbastanza brutta: eravamo perseguitati, cacciati,
tanto che rischiavamo l’estinzione!” Lucy, sta parlando a Edoardo! Wow…!
“Io poi ero una
donna e già allora ero destinata a restare nella caverna, gli uomini non mi
facevano andare a caccia con loro. Però sapevo battere le pietre”
“E a cosa serviva battere le pietre?” chiede Edoardo.
“Bhe, ad esempio a fare le lame per le punte delle lance”
risponde Lucy.
Le pagine del libro iniziano a girare, ecco si fermano
sull’Homo sapiens, ci sono anche dei bambini, un’immagine sembra proprio quella
di una famiglia cavernicola.
Chissà come si chiama il bambino? Però sta guardando
Edoardo, lo saluta e inizia a parlargli!
“Meno male che poi abbiamo scoperto il fuoco! E io con un
bastoncello bruciacchiato ho scoperto che si poteva disegnare sulle lisce
pareti delle caverne. Pensa che avevo anche imparato anche a temperare la punta annerita con una scaglia di selce”.
Interviene il padre: “Stupendi capolavori di arte
primitiva condannati a scomparire, che peccato!”
“Eh sì perché ai nostri tempi non c’erano i tubetti di
tempera o i pennarelli per disegnare. Noi il colore abbiamo dovuto fabbricarcelo
da soli” continua il bambino
“E come avete fatto?” chiede Edoardo.
La mamma cavernicola spiega: “Ti sarai accorto che molti
elementi naturali, come la terra o l’erba, possono sporcarti i vestiti. Si
forma una macchia verde se cadi sull’erba, marrone se cadi sulla terra umida”.
E il bambino: “Ecco, è successo anche a me mentre giocavo
e così mi è venuta l’idea di realizzare delle tinture per poter disegnare.
Guarda sono diventato bravissimo a disegnare tutti gli animali, avevo anche un
pubblico vasto e qualche mio disegno è arrivato fino a voi, pensa che qualcosa
credo sia conservata anche nel museo archeologico della tua città!”
Dalla cucina la mamma urla “Pasta al forno o pasta al
pesto?”
Matteo dalla sua camera risponde: “Preferirei la pasta al
pesto, ma senza l’aglio”
Questa domanda riporta Edoardo alla realtà. Il libro di
storia si chiude, ma prima dice a Edoardo : “Tu sei abituato a vedere libri con
pagine di carta o in formato digitale, ma gli aiuti per la scrittura nei
millenni sono stati vari, a partire da pietre, assi di legno, tavolette fino ai
rotoli di papiri e pergamene. Iniziare a scrivere è stato un segno del
progresso, un passo avanti, un passo dell’evoluzione, sicuramente decisivo”
In quel momento Matteo entra in camera e vede il fratello con lo sguardo fermo sul
sussidiario.
“Sei preoccupato per il test di storia?” domanda.
“Ho visto le immagini del libro muoversi e anche
parlare!” farfuglia Edoardo.
“Sono solo delle immagini, però se ti appassiona la
storia antica potremmo chiedere alla mamma di portarci a visitare il museo di
archeologia…anche se solitamente visitare un museo non è una cosa proprio
divertente”. E mentre lo dice Matteo pensa che divertirsi in un museo sia una
cosa proprio impossibile, ma la loro mamma è sempre stata appassionata di
oggetti antichi e della storia che c’è dietro di loro.
“Ciao! Ci vedremo presto!” sussurra una vocina
proveniente dal libro sul tavolo.
Edoardo corse verso la cucina urlando “Mamma! Mamma!
Mamma! Dobbiamo andare subito a visitare il museo archeologico!
“Vuoi andare al museo archeologico, tesoro?” chiede la
mamma, mentre prepara la cena.
“Sì, domani mattina, è domenica, potremmo andarci tutti
insieme, mi sarebbe molto utile per prendere un bel voto nel test di storia”
“Tanto tu dici, dici, ma alla fine prendi sempre 10!”
commenta Matteo “Però l’idea di una gita piace anche a me, posso invitare la
mia compagna di classe Elena?”
“Fidanzata? Amica?...” chiede la mamma
Edoardo ormai non ascolta più nessuno, il cervello è
scollegato dal corpo e si è già perso nel mondo stregato dell’età della pietra
e dei libri parlanti.